Giovanni Oberti, Bergamo 1982. Vive e lavora a Milano Ha studiato presso l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo. Nel lavoro di Giovanni Oberti, il tempo agisce per accumulo, per stratificazione, è memoria, è sedimentazione di affetti, è svelamento. L’artista mostra tale stratificazione, la fa lavorare, significare, la fa propria, agendo anche lui allo stesso modo, caricando di senso ciò che, intorno a lui, gli sembra corrispondere a sé, al suo sentire e pensare. Ha tenuto mostre personali in Italia e all’estero tra queste: I muri sentono l’amore e la rabbia, ma anche la solitudine e la malattia. Non sanno cos’è la musica, la ripetono, a cura di Matilde Galletti, Palazzo Brancadoro, Fermo (IT); La pelle degli oggetti, Galleria Milano, Milano; Laghi di aceto, TILE project space, Milano; Onorarono, Munich Kunstverein, a cura di Chris Fitzpatrick, Monaco di Baviera; I fiori in tasca, Galleria Enrico Fornello, Milano; 8, con Elio Grazioli, a cura di Chiara Agnello, Careof, Milano. Tra le mostre collettive si ricorda: How far should we go, a cura di Rossella Farinotti, Fondazione ICA, Mila-no; Gesto zero, Museo di Santa Giulia, Brescia e Museo del Violino, Cremona; Panorama, Fondazione del Monte, a cura di Claudio Musso, Bologna; Dalla luna ai piedi, con Andrea Zucchini, Current, Milano; Toute première fois, 22 Visconti, a cura di Francesca Napoli e Armelle Leturcq, Parigi; The excluded third, included, a cura di Postbrother, Emanuel Layr Gallery, Vienna; Veerle, a cura di Chris Fitzpatrick, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; SC13, a cura di Chris Fitzpatrick, San Francisco; Il raccolto d’autunno è stato abbondante, a cura di Chiara Agnello e Milovan Farronato, Careof e Viafarini, Milano.