Bora Baboci, João Freitas, Enej Gala, Albano Hernandez, Mehdi-Georges Lahlou, Mirthe Klück, Leonardo Meoni, Giovanni Oberti, Oscar Abraham Pabón, Eugenia Vanni, Xiao Zhiyu, Francesco Carone
Bora Baboci, Adam Bilardi, Enej Gala, Cecilia Granara, Julien Monnerie, Jessy Razafimandimby, Ambra Viviani
Giulio Delvè, João Freitas, Mirthe Klück, Marco Andrea Magni, Giovanni Oberti, Oscar Abraham Pabón, Namasal Siedlecki, Jamie Sneider, Eugenia Vanni, Xiao Zhiyu
João Freitas, Mirthe Klück, Marco Andrea Magni, Oscar Abraham Pabón, Eugenia Vanni
Mirthe Klück, Marco Andrea Magni, Eugenia Vanni, Serena Vestrucci
Sara Enrico, Helena Hladilovà, Pietro Manzo, Giovanni Oberti
La galleria FuoriCampo inaugura la nuova stagione espositiva venerdì 19 settembre alle ore 19 con la mostra “Allegoria#2. La pittura oltre se stessa“ che prosegue il dialogo tra Angelo Sarleti, Michele Tocca e Alberto Mugnaini iniziato nell'ultima delle quattro mostre che la galleria ha presentato nel temporary space di Bruxelles prima dell'estate.
Nello spazio di Siena gli artisti si confrontano adesso con la complessa identità di questa città esponendo una serie di nuove produzioni, realizzate per la mostra, in cui si celebra l'allegoria della pittura tra virtù e vizi contemporanei.
“A Siena,
sul suo sito fisico e dentro la sua storia, la pittura si fa ground-specific:
non rispecchia o legge il luogo sovrapponendosi ad esso, ma si accampa sul luogo,
si fa essa stessa luogo.
Come esterrefatta, si ancora alla terra e si fa cronaca della sue reliquie invisibili,
si colora e si incorpora in terra di Siena.
La pittura oggi non può non avere, come unica cornice superstite, la sua tradizione, la storia in cui è contenuta e che per una porzione infinitesimale è tenuta non solo a proseguire, ma anche a riscrivere, o forse a reinventare: la pittura sussiste qui come ermeneutica del luogo e svolgimento delle sue memorie. Può parlare solo di se stessa, riflettere sui modi del suo prendere campo e del suo sussistere all’interno di un linguaggio di pennellate e di colori, di come si pone dentro il suo tempo e come se ne tira fuori, ma esercita, al contempo, la sua prerogativa di dire altro e dire oltre, di dialogare col luogo, im-ponendosi nello stesso momento in cui si es-pone.