Bora Baboci, João Freitas, Enej Gala, Albano Hernandez, Mehdi-Georges Lahlou, Mirthe Klück, Leonardo Meoni, Giovanni Oberti, Oscar Abraham Pabón, Eugenia Vanni, Xiao Zhiyu, Francesco Carone
Bora Baboci, Adam Bilardi, Enej Gala, Cecilia Granara, Julien Monnerie, Jessy Razafimandimby, Ambra Viviani
Giulio Delvè, João Freitas, Mirthe Klück, Marco Andrea Magni, Giovanni Oberti, Oscar Abraham Pabón, Namasal Siedlecki, Jamie Sneider, Eugenia Vanni, Xiao Zhiyu
João Freitas, Mirthe Klück, Marco Andrea Magni, Oscar Abraham Pabón, Eugenia Vanni
Mirthe Klück, Marco Andrea Magni, Eugenia Vanni, Serena Vestrucci
Sara Enrico, Helena Hladilovà, Pietro Manzo, Giovanni Oberti
IL CONCEPT – Il progetto RSVP nasce dalla volontà di riscoprire il volto ‘familiare’ dell’arte contemporanea: le opere, già realizzate o site specific, abbandonano gli spazi ad esse usualmente preposti e vanno piuttosto ad ‘abitare’ un ambiente domestico e privato.
L'idea di portare l'arte in casa risponde al desiderio di intima e personale frequentazione con opere che non avrebbero, altrimenti, l'occasione di visitare luoghi diversi da quelli destinati all’esposizione o al collezionismo. Una riflessione sull'esposizione e sul significato dei luoghi dell’arte, sul valore dell'opera estratta dal contesto usuale di appartenenza, sull’occupazione di ambienti domestici, ridefiniti dalla presenza di un ospite gradito. In questo modo cambia anche la prospettiva dell'opera, non più un simulacro (di una vita) da venerare con distacco, ma individualità relazionale con cui condividere l'invito. Il significato simbolico di questo progetto si concretizza, dunque, nell’offrire un alloggio, seppur temporaneo, all’opera, inserita nella cornice domestica e in dialogo con altri oggetti che già caratterizzano quello spazio abitativo. L’opera diventa esperienza di vita, racconto che nasce dal dialogo tra l’artista e il proprietario dell’abitazione – e tra l’artista e l’abitazione stessa – per un diverso episodio della sua esistenza. L'ospitalità offerta all'opera costituisce da una parte il sentimento della cura che la casa realizza come riparo fisico e affettivo, dall’altra interpreta in maniera trasversale la relazione fra pubblico e privato. Uno spazio privato aperto al pubblico e una fruizione improntata su una relazione intima e non mediata che propone l'opera attraverso una frequentazione amicale, inserita nello spazio dell'abitare. Lo spazio è un luogo sconosciuto che diventa luogo quando lo abbiamo compreso, nel senso che ne possediamo la forma, attraverso la familiarità indotta con l'esperienza e l'abitudine, avendo anche la possibilità di modificarlo.
L’ISPIRAZIONE - Il periodo che stiamo vivendo non permette di immaginare esposizioni faraoniche e costringe, invece, a una nuova valutazione sul sistema che associa l’arte con istituti pubblici e privati. Anche il futuro prossimo che aspetta la città dovrà, necessariamente, comprendere la trasformazione di certi paradigmi e meccanismi organizzativi, laddove le risorse economiche di cui il territorio ha potuto beneficiare in passato non saranno più disponibili. Il progetto RSVP mira a immaginare un circuito localizzato che si sostiene della passione dei suoi abitanti, ma non per questo provinciale. Proprio in una città come Siena, che ha fatto del proprio essere locale la propria principale ispirazione, crediamo che la collaborazione di soggetti diversi possa innescare il circolo virtuoso che alimenta il circuito dell’arte e il prestigio della città. La volontà principale è quella di attingere al territorio e alle professionalità che questo esprime, in un’ottica di valorizzazione delle eccellenze e con la volontà di creare un distretto culturale integrato. Progetti come RSVP – che hanno come punti fermi l’alto livello qualitativo, la professionalità dei soggetti coinvolti, la sinergia tra i vari attori presenti sul territorio e l’apertura all’esterno, pur nel solido interesse a mantenere caro il legame con la città – possono partecipare a quel rilancio di cui mai come adesso Siena ha bisogno. Un rilancio che parta dalla cultura, dal “volto bello” dell’arte, e possa mettere in moto un meccanismo che alimenti il circolo virtuoso della collaborazione sostenibile, come antidoto alla recessione economica e culturale.
GLI ARTISTI – La scelta degli artisti da coinvolgere si è basata, in prima istanza, sulle specificità del lavoro di ognuno di loro. Il desiderio è stato quello di provare a giocare sul filo di un arduo equilibrio tra opere che potevano adattarsi agli spazi domestici a disposizione e altre che, invece, potevano creare attrito. Da una parte, quindi, l’intento è stato rendere ‘mimetici’ tali innesti, utilizzando immagini che possono giocare con l’ambiguità. Gli interventi individuati sono stati orchestrati per presentare il lavoro di artisti di diverse generazioni, scegliendo come generazione di riferimento quella attiva dalla fine degli anni Ottanta e primi anni Novanta. La decisione è stata dettata dalla sentita necessità di cominciare a fare il punto ‘storico’ su una generazione la cui fisionomia è ben dettagliata e si appresta a dover essere storicizzata, in virtù delle peculiarità messe in campo e della piena maturazione delle ricerche eseguite. A figure appartenenti a questa generazione sono stati affiancati artisti più giovani, per segnare affinità e discrepanze nel proseguire delle ricerche di nuovi linguaggi. Per il primo appuntamento del progetto RSVP gli artisti che hanno risposto al nostro invito sono Vedovamazzei, Ettore Favini, Emanuele Becheri.